lunedì 12 marzo 2012

Canovaccio per cucina

Ecco a voi il canovaccio per la cucina realizzato con la canapa tessuta da mia nonna all'inizio del 1900, abbellito con una bordura ad uncinetto realizzata da me all'inizio del 2012. Il tessuto ha quasi cent'anni. E' stato come lavorare all'albero genealogico. Adesso che ci penso, con il prossimo, potrei fare......





Info tecniche: unci 1.75, filato cotone di scozia nr. 5 (rosso) e 8 (azzurro), schema libero per la bordura, cuori da attic24.

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Spero che tu possa usare a lungo quel tovagliolo.
    Spero che esso abbia ancora molti decenni da passare nelle cucine, ma spero anche che possa essere molto usato.
    Non è nato per essere un cimelio, ma per divenire un oggetto di ogni giorno.

    Quando è nato il mondo era difficile, la materia prima aveva costi impensabili ai nostri gironi ed esso era un oggetto con un suo valore, abbastanza da essere conservato.
    Oggi vale solo per chi ne conosce la sua storia.

    Il caso lo ha fatto transitare nel tempo e nello spazio e lo ha reso forse l'unico superstite dei tanti filati prodotti a mano con la canapa nata nei campi di quegli anni. Erano anni duri, subito a ridosso della prima guerra mondiale, quando crisi non voleva dire recessione, ma fame e miseria.
    Ma qualcuno, a mano, chissà dove, seminò quelle piante, qualcun altro, ma forse anche la stessa mano, le raccolse … quasi riesco a vederlo… in una calda estate di sole e … all'uso antico, ne fece dei filati, in parte da usare in casa, magari facendoli tessere alle proprie donne, in parte da vendere.

    Un giorno, una giovane, che molti anni più tardi sarebbe finita in un blog, per divenire nota ad alcuni come nonna rosa, comprò quei filati in una fiera di paese, una di quelle fiere che si celebravano 2-3 volte all'anno e che erano prima di tutto una grande festa.
    Non sapremo mai perché quella giovane comprò quel filato, lei custodisce quel ricordo nel suo attuale silenzio di ultra-centenaria; né sapremo mai quanto lo pagò e come si procurò quelle poche preziose lire che le servirono a celebrare l'acquisto.
    Ma sappiamo da sua nipote che, dopo averlo comprato lo filò e ne fece un tovagliolo.
    Sappiamo che quel tovagliolo fu conservato, passo da madre in figlia e poi ancora ad un'altra figlia.
    Quel tovagliolo oggi è in cucina e aspetta di conoscere il pronipote di quella antica ragazza che oggi vive come una fiammella debole e di luce fioca.
    Brave ragazze di ieri e di oggi. Brava nonna rosa e brava marzia.
    Grazie ad entrambe di averci fatti partecipi di questo lungo viaggio che, auguriamo al tovagliolo, non sembra affatto finito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il tovagliolo/canovaccio comincia ora la sua vita in veste di bene di consumo. Appena finito l'ho appeso in cucina dove serirà per i prossimi anni ad asciugare mani e stoviglie, come si fa da secoli.
      Hai ben immaginato, la canapa è stata piantata, coltivata, e raccolta da mia nonna. In aggiunta, essa è stata filata con le sue mani. Era parte del tessuto del suo corredo, pronto per essere usato come lenzuolo o tovaglia o canovaccio.
      Per quasi 100 anni il rotolo da cui proviene quel pezzo di tessuto è rimasto intonso. La canapa è una fibra molto resistente. Di sicuro mia nonna era una donna parsimoniosa, come tutti ai tempi delle "vere" crisi. Eppoi chissà quanti altri ne ha filati. Ne sono giunti ben due fino a me, in ogni rotolo ci sono metri e metri di tessuto. Mi sa che ne abbiamo per qualche generazione ancora.

      Elimina